Cappadocia
Come meta turistica mi verrebbe da annoverarle tra quelle
rinomate, anche se, quando ho fatto i conti con le (poche) difficoltà
logistiche, l’ho immaginato meno turistico di quanto poi si è rivelato.
La Cappadocia! Chi ne parla senza esserci mai stato, ha in mente le mongolfiere in volo, le chiese scavate nella roccia ed i “camini delle fate”. Ed in questo, per quanto semplicistica descrizione, ci sta un po’ tutto il “cuore” della regione, almeno quello che la maggior parte di chi la visita, riporta indietro con sé. I ricordi (e le foto) più particolari riguardano proprio le mongolfiere, che all’alba di ogni giorno si gonfiano d’aria calda sopra le ancor buie valli. Ma la Cappadocia è città e chiese scavate nella roccia, stranissime formazioni rocciose e valli silenziose e colorate.
Ovviamente c’è molto di più, ma buona parte di quel che avanza è a disposizione di pochi. Quando si tratta di volersi regalare del tempo per sé, bisogna uscire dai soliti circuiti e andarsi a cercare gioie private e spesso semplici da scovare.
Sulla strada... |
Per far questo l’autonomia è indispensabile, per cui il
miglior modo per visitare la regione è un mezzo proprio. Noleggiare un’auto non
è eccessivamente oneroso, ma aiuta ad uscire da un turbine pazzesco,
rappresentato dai turisti che affollano la zona ed ogni attrazione presente.
Ogni paese della regione ha una forte vocazione turistica, sono
presenti centinaia di agenzie per turisti, con l’intento di organizzare
escursioni e tour, procurare biglietti per attrazioni e gestire eventi con
decine di persone al seguito. Risultato? Tutti i turisti sono convogliati sugli
stessi siti e le stesse attrazioni ma c’è tanto altro da vedere, anche solo
curiosando un po’ tra guide e riviste del settore. E allora si scopre un altro
mondo!
Qui di seguito provo a dare qualche spunto e qualche
suggerimento per chi decidesse di avventurarsi in Cappadocia, il vero e proprio
ombelico della Turchia.
Su queste formazioni rocciose spettacolari, gli abitanti
della zona hanno ricavato le loro abitazioni scavando nella roccia più tenera,
il tufo, e costruendo veri e propri villaggi arrampicati sui fianchi delle colline
o, addirittura, sotto terra.
Queste popolazioni erano a forte vocazione cristiana e, per
nascondersi dalle continue invasioni dei musulmani che arrivavano dall’Asia e
dal Medioriente, di sono rifugiati nelle zone più impervie dell’entroterra.
Sotto l’impero romano la Cappadocia era famosa per i cavalli che, sul mercato,
avevano prezzi altissimi.
Cosa cercare, dunque, in questa regione? La natura ha svolto
la parte più importante e le formazioni rocciose, diffuse su tutta la zona,
sono l’attrazione più spettacolare. Anche la visita dei villaggi, ricavati
proprio da queste particolari guglie di roccia è un altro aspetto interessante
tanto che il parco all’aperto di Goreme è diventato da qualche anno patrimonio
mondiale dell’umanità. Le chiese affrescate sono l’attrazione principale, alcune
di queste sono così impervie che neanche la luce del sole è riuscita ad
alterarne i colori originali.
Altro motivo di interesse, a mio avviso, è rappresentato dal
rito Sufi dei Dervisci rotanti. Il culto nacque e si sviluppò a qualche
centinaio di chilometri da qui, a Konya. A meno che non disponiate di diversi
giorni di vacanza, difficilmente arriverete fin lì. Io ho rimediato prenotando
per uno spettacolo serale in un caravanserraglio medievale.
Il mio giro in breve…
Le valli che compongono la regione della Cappadocia hanno
un’estensione molto limitata nello spazio, per cui gli spostamenti sono,
volendo, davvero molto brevi. Alzarsi di buon’ora è la regola, così da visitare
i luoghi più famosi che, in poco tempo, risulteranno molto affollati.
I vari parchi archeologici sono un must per tutti! Per
questo è facile trovare gente nelle ore centrali della giornata.
Ciò che è davvero piacevole, invece, sono i trekking sui numerosi sentieri della zona perché qui arriva veramente poca gente. Provate a “perdervi” tra le chiese rupestri della Valle rosa o della Valle rossa; cercate il sentiero che unisce antiche testimonianze e rocce stravaganti e coloratissime.
Panorami incredibili e scorci mozzafiato sono la regola in
Cappadocia, ma non si riesce mai ad assuefarsi a questo. Se poi unite una (in)sana
passione per le rocce e gli ambienti naturali…. Tutto quello che scorre davanti
agli occhi diventa una goduria.
Ovviamente non si tratta di un vino eccezionale, ma con una
visione un po’ romantica della cosa, vi potrete ritrovare tutti i profumi ed i
sapori di questa terra piuttosto arida, ma ricca di sole e di sorprese.
L’approccio che ho usato per scoprire i dintorni di Goreme è una sorta di cerchi che si allontanano, di giorno in giorno, dal punto di partenza.
Ho iniziato subito con la visita del museo archeologico all’aperto, a pochi chilometri dal centro del paese. Si tratta di una comoda passeggiata alla scoperta di un sito protetto dall’UNESCO dov’è presente la più alta concentrazione di chiese della zona.
Questo è uno dei siti più visitati della regione, quindi
visitarlo all’apertura permette di non avere mai troppa gente intorno; questo è
comodissimo quando si deve entrare in posti chiusi con accesso in cima a ripide
scalinate.
Il trekking è abbastanza semplice, ma non troppo breve. Per
visitare tutta la zona ci vogliono almeno tre ore di camminata e le scarpe
comode sono un MUST! Meglio se scarpe da trekking.
Le chiese rupestri che si incontrano sono spesso spettacolari,
vere cattedrali scavate nel tufo.
Ad Urgup, subito ad ovest del piccolo museo cittadino, sorge
un quartiere completamente ricavato nella roccia. Vi si accede da una via in
salita costeggiata da due speroni di roccia che fungono da porta naturale di
accesso alla vecchia città.
Ho perso un po’ di tempo anche per visitare le due piccole sale del museo e, nonostante la regione fosse piena di turisti, qui non mette piede quasi nessuno. L’addetto a cui ho pagato il biglietto era quasi meravigliato che entrasse qualcuno ed è corso subito ad accendere le luci!
Uchisar |
Uchisar è un paese che sorge ai piedi di una spettacolare e
scoscesa rupe che fa da sfondo a molti panorami della zona. Una roccia
verticale che assomiglia a quelle viste nei parchi dell’Arizona. Su questa
roccia di tufo è stato scavato un castello che, dalla sommità, offre panorami
su tutte le valli circostanti. Affacciarsi qui con la giusta luce può essere
un’esperienza da togliere il fiato.
Per arrivare a Mustafapasa bisogna allontanarsi un po’ dalle
valli scolpite dagli agenti atmosferici. Perché arrivare fin qui? Per gli
edifici con architettura greca che costituiscono il centro storico della città.
Qui abitava una comunità greca che ha abbandonato il paese con lo scambio dei
cittadini avvenuto nel 1932, ma il paese è rimasto pressoché intatto.
Essendo un labirinto sotterraneo con spazi angusti, la
visita insieme a tante altre persone può essere… poco piacevole.
Ho iniziato la visita in autonomia seguendo le frecce rosse per scendere di livello e (in seguito) le blu per risalire. Vi confesso che
ho retto veramente poco. Passaggi a volte strettissimi e soffitti di poco superiori
al metro e mezzo mi hanno scoraggiato immediatamente. Arrivato al parcheggio
per riprendere la macchina ho trovato pullman di gente che arrivava alla città
sotterranea….
Con mio grande rammarico ho dovuto accantonare la visita
delle città sotterranee, ma soffro troppo gli spazzi angusti ed ho preferito
così. Cosa fare il resto della giornata? Mi sarei dedicato ad un altro
trekking, nella valle di Ilhara.
Questa valle è una delle meraviglie naturali della Turchia e dista 90 chilometri da Goreme, in direzione sud-ovest. La camminata sul fondo della valle permette di visitare le immancabili chiese rupestri, ma anche di immergersi nella natura rigogliosa del posto. In inverno il torrente era gonfio d’acqua ed il rumore dello scorrere tra i sassi del fondale è stato quasi terapeutico.
Un consiglio, se mai vorrete fare questa esperienza: se
volete risparmiare del tempo e camminare più a lungo, fermatevi a visitare solo
le chiese indicate con appositi cartelli. Ovviamente sono le più interessanti
da vedere, con affreschi e sale interessanti da scoprire.
Una volta finita la camminata ho ripreso la macchina per
raggiungere l’altra estremità della valle, nel paese di Selime. Qui c’è da
visitare un antico monastero, ovviamente scavato nella roccia e delle
formazioni rocciose poco distanti dal paese che si prestarono per alcune
riprese di Star Wars.
Mi sono rifatto in serata assistendo allo spettacolo dei Dervisci
Rotanti a poca distanza da Goreme; come ho già scritto lo spettacolo aveva
luogo in un caravanserraglio, una location spettacolare considerando anche il
buio e il silenzio della campagna circostante, spezzato solo dal rumore di
qualche automobile sulla vicina statale che collega Kayseri a Nevsehir.
Nonostante la giornata faticosa ha valso la pena fare un po' di strada per assistere a questo spettacolo. L’atmosfera con l’ambiente a luci soffuse, i suoni del flauto (l’alito
di Dio) ed il ritmo incalzante del tamburo, unito a delle voci profonde hanno
creato un’atmosfera mistica, dove era possibile sentire la presenza, se non di
Dio, per lo meno delle proprie emozioni.
La prima tappa è stato il belvedere sopra la valle dell’amore, ignoro perché sia stato dato questo nome alla valle, ma trovandomi qui in prima mattina ho potuto vedere lo spettacolo della valle sottostante e alcune mongolfiere ancora appese nel cielo. Un altro punto di vista sopra le spettacolari guglie della Cappadocia!
Da qui mi sono spostato al vicino parco di Pasabang per
vedere finalmente da vicino gli spettacolari camini delle fate.
Anche qui un breve itinerario a piedi porta ad esplorare dal basso questi tavolati rocciosi culminano con queste strutture a forma di lancia. Anche questo parco, come vari altri siti, è preso d’assalto dai mini van e dagli autobus che scorrazzano nella zona.
Anche qui l’impronta cristiana è notevole, i luoghi di culto
sono sparsi un po’ dappertutto, ma non mancano gli spazi adibiti alla vita
della comunità. Dal frantoio al granaio. In tempi più recenti una delle chiese
della comunità era stata convertita in moschea e le decorazioni delle
immancabili piccionaie riportano motivi tipici di origine orientale.
L’ultima tappa della mia visita in Cappadocia è stata la
città di Kayseri, Cesarea. Fondata nel I secolo d.c. dai Romani, oggi è il più
importante centro della regione. La maggior parte dei voli che portano i
turisti in questa regione arriva proprio a Kayseri, ma le vere attrazioni,
tutte intorno a Goreme, distano più di un’ora da qui. Se si aggiunge il
servizio navetta messo a disposizione da tutti gli alberghi (tramite delle
agenzie locali) fa si che qui a Kayseri si fermi davvero poca gente.
Kayseri |
Ed è un vero peccato perché la città è davvero piacevole da visitare con un viavai continuo di persone durante tutto l’arco della giornata.
Le attrattive principali, oltre al bazar tipico di ogni
paese turco, sono rappresentate da alcuni bellissimi musei ed un tenore di vita
molto rilassato. Tipico delle provincie.
Qui avevo pianificato di passare, senza troppe ambizioni, il
mio capodanno e, con il senno del poi, le poche ambizioni hanno rispettato le
aspettative, superandole!
Ho festeggiato la mia mezzanotte, con tanto di conto alla
rovescia, completamente solo nel silenzio dell’altopiano anatolico.
Il capodanno non è stato d’intralcio alla visita di Kayseri. Solitamente nei paesi che festeggiano il nuovo anno, il primo gennaio è giorno di chiusura per ogni attrazione, ma non qui; il bellissimo museo della civiltà Selgiuchide mi ha accolto di prima mattina in questo 2023. Ospitato nell’edificio di un’antica scuola coranica (Medressa), il museo ripercorre le fasi storiche della vita della città, con particolare attenzione al periodo Selgiuchide dove le ceramiche ed il vasellame sono decorati con i tipici disegni islamici.
E’ questo il caso del museo Cupcupoglu dove si ha veramente
l’impressione di entrare in una casa abitata. Gli arredi e le ambientazioni, ma
soprattutto le stanze, riportano ad un’epoca svanita, ma che per noi
occidentali è qualcosa di visto solo sui film. Saloni di rappresentanza,
ambienti privati dedicati alla famiglia, bagni privati (i veri “bagni turchi”)
e le cucine. Tutto addobbato di un lusso orientale.
Il mio tour in Cappadocia lo concludo banalmente nel bar del
mio Hotel. L’unico posto che sia riuscito a trovare per sorseggiare un po’ di
birra e riprendere fiato dopo diversi giorni spesi per strada.
Mi scopro molto soddisfatto di quello che sono riuscito a vedere, dei luoghi che ho visto e dei sentieri che sono andato a cercare.
Ed è proprio questo che mi piace pensare, che uscire dai
soliti circuiti mi ha regalato un punto di vista più completo su questa regione
che, nonostante sia abbastanza remota, è molto battuta dai turisti di mezzo
mondo.
E quello che mi dico è che lo sforzo di alzare il tappeto,
ovunque mi trovo, mi ha dato modo di vedere queste meraviglie da 4 dimensioni
diverse; le ho viste anche dalla dimensione delle emozioni più pure. Le
emozioni che mi vado a cercare con ostinazione già mesi prima di arrivare in
un posto nuovo e che, una volta lì, mi si aprono davanti in tutta la loro
splendida semplicità.
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